Teatro Carcano, Corso di Porta Romana, Milano, MI, Italia
Con Otello, Shakespeare ha consegnato alla letteratura occidentale uno dei suoi personaggi più archetipici: Iago. E, attraverso l’abisso in cui la sua azione diabolica precipita Otello e Desdemona, una riflessione spietata, eppure carica di pietas, sulle debolezze umane e sull’imprevedibile capacità che abbiamo di generare il male e di accoglierlo come insospettabile parte di noi stessi. La potenza del triangolo Otello-Iago-Desdemona sta nella corsa verso la distruzione di sé e degli altri, in un gioco che trasforma l’immaginazione in realtà e la realtà in immaginazione.
Io non sono ciò che sono, dichiara Iago nella prima scena del primo atto. Questa definizione che dà di sé non cessa di essere vera se applicata anche agli altri protagonisti della tragedia.
Cosa siamo, noi esseri umani, se non materia instabile, che le circostanze possono spingere alle scelte più estreme, alle scoperte interiori più inattese, e ai gesti più feroci?
La tragedia del Moro di Venezia affonda le proprie radici nella linea d’ombra su cui ognuno di noi cammina come un funambolo in cerca di equilibrio, nella speranza, ma senza la certezza, di non cadere mai.
Da William Shakespeare
Traduzione e drammaturgia Letizia Russo
Scene Marta Crisolini Malatesta
Costumi Graziella Pepe
Luci Simone De Angelis
Produzione Teatro Stabile dell’Umbria
Con il contributo speciale della Fondazione Brunello e Federica Cucinelli
Teatro Carcano, Corso di Porta Romana, Milano, MI, Italia
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