Karmafulminien – Figli di puttini

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Informazioni

Noi messaggeri divini, nostalgici della tromba, del fascio di luce, dell’agnello, del cespuglio in fiamme, insomma, dell’analogico nella comunicazione, puntiamo stasera sul vis a vis, face to face, tete a tete. Dunque cari uomini dissipiamo ogni dubbio sul motivo della nostra venuta.

Non aspettatevi da noi redenzione alcuna: con la vostra salvezza noi non c’entriamo una beata manna. Noi non siamo i vostri angeli custodi. Gli angeli custodi non ci sono più: sono scaduti, superati, rottamati, smantellati. Sono morti.

Ora ci siamo noi, angeli tre punto zero. Noi, a differenza degli angeli custodi, non vi conosciamo da quando siete nati, non sappiamo la vostra storia, non vi amiamo e tra un’oretta dobbiamo andare da altri protetti.





Sinossi


Tre angeli irrequieti, nostalgici estimatori dell’Empireo, della contemplazione e della pace dei sensi, assorbono, loro malgrado, le angosce del genere umano. Spugne, parafulmini, idrovore del mal di vivere, i nostri ripetitori adenocorticotropi captano segnali di nevrosi e ritrasmettono potenti deliri e allucinazioni, convertono correnti avverse in good vibrations. Strumenti di una qualche volontà superiore, trasformano stati ansiosi in tisane e infusi, malesseri in materassi, complessi in amplessi ambosessi, fobie in fiabe e stress in strass.

Il secondo spettacolo del collettivo Generazione Disagio parte idealmente da quella preghiera nichilista recitata dai protagonisti alla fine del precedente lavoro “Dopodiché stasera mi butto”, ma è uno spettacolo a sé stante che indaga il tema della spiritualità, della necessità di ideali a cui tendere e della necessità di conforto.

Si parte dal bisogno di un segno divino per capire il senso della nostra esistenza.

Ma se ogni società si rispecchia in una determinata spiritualità, gli angeli moderni non potranno che essere lo specchio divinizzato della nostra società, con tutte le sue storture.


Karmafulminien invia sul palcoscenico tre angeli, che appaiono al pubblico in tutto il loro sbiadito splendore: tre angeli aggressivi, pessimisti, cinici e caustici che si presentano agli umani come angeli 3.0, incarnazione della spiritualità moderna.

L’uomo moderno identifica questi spiriti divini come creature funzionali alle proprie esigenze a cui votarsi per raggiungere la realizzazione dei propri desideri e bisogni terresti. Una spiritualità usa e getta e comoda come cliccare “mi piace” in un social.

Un interesse momentaneo per il loro operato che getta sulle “ali” sempre più fragili dei tre i mali e le brutture della vita contemporanea.

Una condizione frustrante per queste creature celesti, che desidererebbero essere come in passato degli angeli custodi, figure presenti in ogni tipo di religione e spiritualità, che accompagnano l’uomo dall’inizio alla fine restando al loro fianco con fatica in tutti i passaggi della vita, figure che custodiscono l’unicità dell’individuo e la consapevolezza della sua originalità, che richiamano alle potenzialità inespresse e risvegliano, vocazioni, aspirazioni e slanci ideali.

Uno spettacolo comico con un ritmo incalzante, che fa ridere dall’inizio alla fine, spesso in maniera amara dei difetti della società. “Karmafulminien – figli di puttini” non è uno spettacolo sulla religione, agli autori non interessa parlare di questo, bensì riflettere e ridere della spiritualità dell’uomo moderno.

Un lavoro che ragiona sulla mercificazione del culto attraverso gadget che hanno poco di spirituale e molto di marketing e sulla pornografia dei sentimenti attraverso un’iconografia che spesso imbarazza.

Il linguaggio della drammaturgia è ricchissimo: spazia dal verso poetico alla rima, dal linguaggio delle sacre scritture al dialettale, dalla filastrocca alle preghiere rivisitate, fino ad arrivare a momenti di pura coreografia di corpi e musica colta, punk e popolare.

Lo spettacolo si poggia sulla collaborazione del pubblico che verrà coinvolto e diventerà protagonista a sua volta della storia e come cifra stilistica usa un’estetica kitsch che richiama le icone sacre acquistabili nei mercatini delle grandi città mischiate ai simboli della cultura popolare.



Altre informazioni



Produzione Teatro della Tosse

Foyer

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