Sinossi
Esistono età in cui “hai tutta la vita davanti”, ma già hai fatto scelte importanti e i sogni devono assumere la forma di un progetto perché possano trovare spazio nella realtà. Oppure devono rimanere tali, dei sogni, da mettere da parte.
In una società in cui la felicità dipende solo dal binomio successo-fallimento e in cui l’ultima parola sembra averla la precarietà, forse il futuro è proprio l’incertezza. Quel buio che fa paura. Diventare adulti significa abituarsi al buio?
«Riteniamo che il sentimento di precarietà faccia parte dell’essere umano da sempre. Ma vediamo anche che la nostra società se ne nutre con ferocia. Intendiamo indagare questa ambiguità, muovendo il focus verso la condizione di precarietà economica, emotiva ed esistenziale di ognuno di noi. Cerchiamo di trattare una questione pubblica in modo intimo per schivare la retorica evidenziando la condizione di equilibristi in cui cresciamo.
Vogliamo parlare alle generazioni che vanno dagli studenti universitari ai lavoratori precari, che sentono quotidianamente questa condizione.»
Altre informazioni
Consulenza al movimento scenico Stefania Tansini
Scene Marianna Cavallotti
Uno spettacolo di Il turno di notte
Con il sostegno di Accademia Teatrale Veneta
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