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Dove andiamo quando sogniamo? Che cosa cerchiamo di dire a noi stessi in quello spazio sospeso, ulteriore e intermedio, che ci accoglie appena chiudiamo gli occhi? Ogni essere sogna, al di là del fatto che ne conservi memoria: la nostra esistenza è un susseguirsi di visioni notturne, architetture elaborate e complesse, la cui edificazione obbedisce a una necessità naturale. E allora la domanda diventa: perché sogniamo? Nella lettura del fondatore della psicanalisi, il sogno ha un impianto profondamente teatrale, evidente fino da quel titolo originario del volume che alludeva a una vera e propria “drammaturgia onirica”. E dunque ecco scaturire l’ultima domanda: con quali regole si procede, nel fantasmagorico teatro del Sogno?
Da più di dieci anni impegnato nella sua ricerca su L’interpretazione dei sogni di Sigmund Freud – a cui ha dedicato anche un romanzo di successo, edito da Mondadori e già tradotto in più lingue – questa volta Massini riparte in prima persona, mettendo il suo estro di narratore al servizio di uno spettacolo liberamente ispirato e tratto dagli scritti di Freud.
Sulla scena, fra le note di Enrico Fink, prende forma un variopinto mosaico di personaggi che, narrando i propri sogni, compongono una sinfonia di immagini e di possibili interpretazioni, in cui il pubblico si riconosce e ritrova.
Altre informazioni
Liberamente ispirato e tratto dagli scritti di Sigmund Freud
Scene Marco Rossi
Luci Alfredo Piras
Immagini Walter Sardonini
Musiche Enrico Fink, eseguite da Saverio Zacchei (trombone e tastiere), Damiano Terzoni (chitarre), Rachele Innocenti (violino)
Produzione Teatro Stabile di Bolzano, Fondazione Teatro della Toscana, Teatro di Roma
In collaborazione con Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
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