Sinossi
In queste lezioni si esplorano i sentieri tortuosi della vita erotica. Il loro fascino, i loro segreti e le loro brusche interruzioni e deviazioni. La sessualità umana non è regolata dalla bussola infallibile dell’istinto, ma assomiglia piuttosto, come direbbe Lacan, a un collage surrealista.
«I capolavori dell’arte, di qualsiasi arte, sono tali perché sanno curarti l’anima.
I classici sono capaci di farlo attraversando epoche, latitudini e società.
Durante il lockdown del marzo 2020 cercavo qualcuno o qualcosa che mi aiutasse ad orientarmi al di là del chiacchiericcio incessante e angoscioso dell’”attualità”.
Mi sentivo smarrita. Cercavo disperatamente le parole giuste per definire che cosa stesse accadendo dentro e fuori di me ma non ci riuscivo: restavo in balia di un malessere indistinto eppure forte, molte forte. Come molti, credo.
Così mi sono detta: prova a leggere Camus, prova a leggere “La peste”. Non ero sicura fosse l’idea giusta: c’è “la peste” e io mi metto a leggere proprio “La peste”?! Avevo paura che mi avrebbe spaventata o magari appesantita. Eppure sentivo un richiamo istintivo, qualcosa che mi spingeva verso quel romanzo e non altri. E dunque ho cominciato.
L’ho divorato e quando ho chiuso l’ultima pagina…ero felice e commossa! Provavo come non provavo da tempo una sensazione tangibile di lieto benessere. Una leggerezza che credevo persa per sempre.
“La peste” di Camus scandaglia a fondo l’animo umano e lo fa scegliendo un momento estremo, di assoluta emergenza, di sconvolgimento dell’ordinario.
È divertente, è commovente, è appassionante, è sorprendente, l’umanità di Camus. L’autore francese ci guarda senza giudicarci mai, con occhi sempre nuovi. E ci propone una direzione possibile, un senso al caos, un freno alla paura. L’amore, l’amore laico e terreno, è l’inaspettato protagonista di questa storia, il filo che unisce le strane vicende intercorse ad Orano in un anno imprecisato degli anni ‘40. E Il tentativo di essere uomini e non bestie è il più semplice e radicale senso della vita.
“La peste” di Camus è un capolavoro.
E oggi è un testo necessario.
Ho deciso il giorno stesso che l’ho finito di condividerlo col pubblico, in teatro, convinta che, come aveva fatto bene (e tanto) a me, avrebbe potuto farlo ad altri.
Così ho coinvolto Emanuele Aldrovandi, che oltre ad essere un amico è un grande drammaturgo.
Ci siamo messi al lavoro per adattarlo alla scena. Un adattamento che abbiamo voluto quanto più fedele all’originale.
Sul palco si muoveranno quindi i cinque personaggi principali voluti da Camus: Rieux, il medico, Tarrou, lo storico, Rambert, il giornalista, Cottard, il faccendiere, Grand, l’impiegato. Attorno a loro l’universo umano dei co-protagonisti: il portinaio, Padre Paneloux, il prefetto ed altri ancora.
Passeremo senza soluzione di continuità dal dialogo alla narrazione, dalla narrazione al dialogo, esattamente come accade nel romanzo, cercando la sintesi scenica che il teatro richiede.
Nella speranza di fare un buon servizio a questo capolavoro e al benessere del nostro gentile pubblico.»
Serena Sinigaglia
Altre informazioni
Scene Maria Spazzi
Costumi Katarina Vukcevic
Luci Alessandro Verazzi
Suoni e scelte musicali Sandra Zoccolan
Produzione Teatro Stabile del Veneto | Teatro Stabile di Bolzano
Teatro Carcano
Critica
klpteatro.it
2 risposte
Intrigante la narrazione della storia che avviene direttamente dai personaggi
Intrigante la narrazione della storia che avviene direttamente dai personaggi