Istituto Carlo Bazzi

IL CAPRO

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Un Fabbro viene dichiarato colpevole dell’assassinio di una giovane donna e condannato a morte per impiccagione. Ma è l’unico fabbro del paese e la sua morte metterebbe a dura prova l’esistenza stessa della comunità. Senza il Fabbro si ferma tutto.
Quale peso dare ad una colpa, qualora la condanna comporti un danno per l’intera collettività?
In un paese fuori dal tempo e dallo spazio, viene rinvenuta assassinata Anika, una giovane donna dalla vita indipendente e fieramente autonoma. Il Giudice, chiamato dalla contea vicina, chiarisce che, ancor prima di decidere il colpevole, va definita la pena, ovvero quale sia la Legge della Comunità. Viene deciso che l’omicidio è un danno per la Comunità, compensabile solo con la morte per impiccagione. Il processo individua il Fabbro come colpevole e lo condanna. Ma il fabbro è l’unico fabbro del paese e la sua morte metterebbe a dura prova l’esistenza stessa  della comunità. Se manca il Fabbro si ferma tutto.
La vicenda narrata da Il Capro si presta a diversi livelli di lettura, ma chiede sempre allo spettatore di essere una presenza attiva di pensiero, che non si esaurisce nello spazio teatrale, ma sollecita il dibattito ed eventualmente riflessioni ed approfondimenti sulle molteplici questioni suggerite dal testo.
L’essere umano è un essere sociale, destinato a vivere in una comunità che assume una forma definita dal sotteso patto economico e di interesse reciproco. È il rispetto di tale patto che consente l’esistenza dell’individuo in relazione agli altri individui. Ma cosa accade quando l’equilibrio viene turbato dal conflitto? Come garantire la sopravvivenza di una struttura sociale travolta dall’irrompere di una violenza distruttiva?
E quale significato dare alla forza rivoluzionaria del femminismo inteso come cultura della parità che vada oltre l’identità sessuale? Giacché con il proprio stile di vita e con la natura della propria morte, Anika finisce per diventare elemento destabilizzante non solo per il fabbro, ma anche per l’intera comunità a cui entrambi appartengono.
Un’allegoria sul concetto di giustizia e di morale che diviene lettura del nostro presente. Una favola cruda e cinica ma filosoficamente provocatoria. Una riflessione tra il poetico e il grottesco sul senso della giustizia e della collettività.
Di e con Alceste Ferrari (Voce Narrante) musiche Jacopo Sgarzi (Contrabbasso) Lorenzo Marvin Piovani (Pianoforte)
Regia Federico Magnano San Lio produzione RETABLO ETS – Catania/Cremona
Categoria: Drammaturgia contemporanea
Durata: 55 min
 
ISTITUTO CARLO BAZZI, via Cappuccio, 2
GIO 03 OTT alle 19:00
VEN 04 OTT alle 21:00
SAB 05 OTT alle 17:00
DOM 06 OTT alle 19:00
 
INGRESSO SPETTACOLI
Intero: 12€
Under25 – Over65: 10€
Fil card: 7€
Giovanissimi/Under16: 6€
Clicca qui per info e biglietteria.

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