Sinossi
Una lettera, dentro alla tasca di una giacca.La giacca è militare, della Seconda Guerra Mondiale.
La lettera, invece, è di Amalia. Che scrive al suo Sergio, ma lo chiama “Stellino Montano”. Perché Sergio è a combattere da qualche parte nel Nord Italia, tra le montagne. E mentre è lassù, scrive poesie.
Sembra un escamotage simile a quello utilizzato da Alessandro Manzoni per la scrittura dei Promessi Sposi, e invece è successo veramente. A noi. Un ritrovamento fortunato a una bancarella qualsiasi di un mercatino di seconda mano qualsiasi.
Non sappiamo altro di questa storia, né dei due protagonisti, ma proprio per questo ci apre un mondo di possibilità di indagine drammaturgica e teatrale. Vogliamo aprire un tema ampio e, purtroppo, attuale più che mai: la guerra. Quella storico-politica, certo, ma anche la guerra percepita nella dimensione intima di due innamorati separati da una situazione di crisi impossibile da controllare.
Due coppie, una nel passato e una nel presente, legate da un orizzonte degli eventi sfumato, incerto, variabile; da una pioggia che, come scrive Amalia, “se la smetterà, potrai cogliere tutte le bellezze”.
Altre informazioni
A cura della compagnia Polveri di scenaDa un’idea di Karin Rossi
Produzione Polveri di Scena
Aiuto regia Agnese Zappini