Sinossi
Alchimie della scena. Incontri inattesi e strabilianti. Cosa accade se un narratore come Stefano Massini incontra il genio di Giorgio Gaber? Cosa prende forma sul palcoscenico se i racconti del “più popolare cantastorie del momento” (Repubblica) compongono un mosaico con le canzoni stupende e spiazzan3 della premiata ditta Gaber-Luporini? Cosa può crearsi, di insolito e toccante, se le storie e i personaggi per cui Massini è amato in tv e nei suoi libri, si amalgamano in una nuova scrittura con le note e i versi di un altro indagatore dell’animo umano? Sono geografie del nostro essere, sono cartografie dell’esistenza, sono rotte nell’oceano di un mondo sbandato, sono danze di fuochi per illuminare la notte del nostro vagare, scoprendo che tutti in fondo attendiamo solo il momento in cui saremo, finalmente, capaci di amare.Da I mostri che abbiamo dentro a La parola io, da Non insegnate ai bambini a Se io sapessi e molti altri brani, Massini sceglie di coinvolgere il pubblico in un viaggio di emozioni e di domande, in cui l’ironia travolgente di Gaber lascia spazio un attimo dopo alla profondità di pensieri rimossi, in un unico grande monumento al senso critico, alla bellezza del fremere, all’insondabile incognita dell’amore che è unico antidoto al lasciarsi vivere. Se poi in scena si aggiungono i suoni e i colori di un’intera orchestra di musicisti da ogni parte del mondo, riuniti sotto il marchio ormai noto dell’OMA di Arezzo, ecco spiegata l’attesa per questo incontro così voluto e cercato dalla Fondazione Giorgio Gaber: reduce dal successo dello spettacolo che lo vede duettare con Paolo Jannacci, Stefano Massini riparte dal Piccolo con questo personalissimo omaggio a un cantautore che non si finisce mai di scoprire: le sue canzoni diventano qui come delle impronte nella neve, su cui mettere i piedi, ricostruendo il senso del cammino. E col cammino, del camminare.
Altre informazioni
Foto Marco BorrelliDurata: 1 ora e 30 minuti senza intervallo