Sinossi
Le Monde ne ha parlato come di «uno spettacolo emozionante, che cattura la vita e le sue infinite variazioni»; per il New York Times è «rumoroso, assurdo e incredibilmente divertente». È ONE SONG – HISTOIRE(S) DU THÉÂTRE IV, creazione dell’artista visiva Miet Warlop, quarto di quella serie di “racconti teatrali” che con NTGent il regista Milo Rau ha commissionato in prima istanza a se stesso, quindi a Faustin Linyekula, Angélica Liddell e, appunto, a Warlop, sulla base della domanda: «Qual è la tua storia come artista teatrale?»Warlop ha risposto creando una performance in cui presente, passato e futuro si incontrano in modo unico: un gruppo di performer scende nell’arena per compiere un rituale d’addio, di vita e di morte, di speranza e di resurrezione. Immersi in un bagno di sudore, bruciando tutto l’ossigeno possibile, cantando, creando immagini e manipolando oggetti, cercheranno d’oltrepassare i propri limiti. Assieme, ingaggeranno una lotta contro il tempo, nel tentativo di trascendere il loro e il nostro corpo pensante.
In questa nuova creazione, Warlop – belga, classe 1978, attiva tra Ghent e Bruxelles, dal 2004 affermatasi sulla scena internazionale – fa riecheggiare sul palco una parte consistente della sua storia artistica e personale. In ONE SONG si riconoscono elementi di creazioni precedenti, dal concerto-rituale coreografico di Ghost writer and the broken hand break (2018), all’invito a un respiro collettivo per esorcizzare le nostre paure alla base di Fruits of labor (2016, una performance concepita come “un antidolorifico per il mondo”); o lo sforzo fisico come metafora, elemento fondante della ricerca artistica di Warlop iniziata nel 2005 con Sportband / afgetrainde klanken, una creazione innescata dal desiderio di creare un requiem per il fratello morto.
Attraverso la metafora di un match sportivo-concerto dal vivo, con tanto di commentatrice e cheerleader, in ONE SONG Warlop ci invita a formare una comunità e a trascendere noi stessi. Così che il particolare possa diventare universale e il personale diventare collettivo. È il senso ultimo di ONE SONG: come una canzone possa donare un senso e un significato a un’intera società. Unità nella diversità.
Altre informazioni
Musica Maarten Van CauwenbergheTesto della canzone Miet Warlop con la consulenza artistica di Jeroen Olyslaegers
Costumi Carol Piron & Filles à Papa
Suono Bart Van Hoydonck
Luci Dennis Diels
Produzione NTGent, Miet Warlop / Irene Wool vzw
Coproduzione Festival d’Avignon, DE SINGEL (Anversa), Tandem Scène Nationale (Arras-Douai), Théâtre Dijon Bourgogne - Centre dramatique national (Dijon), HAU Hebbel am Ufer (Berlino), La Comédie de Valence - Centre dramatique national Drôme – Ardèche (Valenza), Teatre Lliure (Barcellona)
Con il supporto di Governo delle Fiandre, Città di Ghent, Tax Shelter del governo federale del Belgio
Con l’aiuto di Frans Brood Productions
Durata: 60 minuti senza intervallo