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La fabbrica degli stronzi

22

Febbraio

Sinossi

Siamo di fronte a un’opera ben pensata, portata in scena in modo intelligente, senza effetti speciali di sorta e focalizzata sul fatto teatrale puro: un pensiero robusto di fondo, il testo, la recitazione. Stop.
R. Francabandera Paneacquaculture

L’incontro sorprendente tra le compagnie Maniaci d’Amore e Kronoteatro, diverse ma accomunate da uno sguardo impietoso sul reale, ci porta in un mondo isterico, meschino, fatto esclusivamente di vittime.
Siamo attorno alla salma di una donna. I tre figli devono lavarla, truccarla e vestirla prima del funerale. Mentre la preparano ripercorrono piccoli episodi significativi della vita familiare. Si tratta di eventi neutri ma sempre vissuti come terribili abusi, alibi perfetti per continuare una vita senza responsabilità. Per questi personaggi la colpa di ogni loro sofferenza, frustrazione e sventura è sempre attribuita a qualcun altro: alla crudeltà dell’altro sesso, alla ferocia dei bulli, al duro mondo del lavoro. Ma, soprattutto, a lei: la madre.
Lo stile sospeso, surreale, dei Maniaci d’Amore si sposa così con quello abrasivo e amaro di Kronoteatro, in un lavoro originale che esplora il gusto tutto contemporaneo di riconoscersi non in chi agisce ma in chi subisce: una gara popolare a chi sente di bruciare di più nell’inferno che sono gli altri.

Altre informazioni

Scene e costumi Francesca Marsella
Disegno luci e responsabile tecnico Alex Nesti
Produzione Kronoteatro
Coproduzione Teatro Nazionale di Genova
Con il sostegno di PimOff Milano
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