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Fruitor passiv

14

Febbraio

Sinossi

Il teatro è l’elaborazione collettiva di un’ipotesi di lavoro che avviene solo quando, all’uscita dallo spettacolo, la consapevolezza di non aver interpretato bene il ruolo del pubblico si mescola all’intuizione dei tanti modi per farlo meglio. In un mondo in cui la Partecipazione è un dato di fatto ma quasi mai reale, il teatro si assume il compito, non facile, di mettere in campo una partecipazione che, senza essere necessariamente un dato di fatto (o proprio perché non lo è), riesce a essere reale.” (tratto da Seeing oneself living di Roberto Fratini&Roger Bernat)
Come si fa cultura? In che misura programmare è una forma di drammaturgia dissimulata? E se la Cultura consta di programmi, portati a termine da persone programmate per programmare, a che programma obbedisce il soggetto comune quando è messo a gestire la cosa culturale? Fare cultura è insomma una prestazione attorale o drammaturgica? Fare Cultura è una performance per interpreti qualificati o sarebbe meglio affidarla a incompetenti? Come si scelgono gli spettacoli per un festival? Quali sono i ragionamenti che una direzione artistica affronta? Esistono criteri puramente estetici? Da che spettacolo mentale, da che copione ideologico tiriamo fuori le nostre opinioni sugli spettacoli altrui? Quali gli scontri, le discussioni artistiche, economiche, etiche e politiche? Che quota di finzione ammette lo scenario del dibattito? Quanto teatro ammette la sincerità del forum? Quali le tensioni personali e la risoluzione dei conflitti in un processo di scelta? Quali processi non manifesti, occasionalmente paradossali e in qualche caso grotteschi, rendono accessibile al pubblico un certo artista o un certo spettacolo? Che porzione di Dioniso muove l’ebbrezza di decidere?
A partire da queste domande nasce il progetto condotto dal regista catalano Roger Bernat/FFF (ES), mirato a indagare come si costruisce un dispositivo che racconti e insceni i processi decisionali e di selezione, le turbolenze dialettiche celate dietro al lavoro di una direzione artistica.
Il lavoro ha origine dalle suggestioni e dalla ricerca che Roger Bernat sta sviluppando a partire dal Festival a direzione artistica partecipata under 25 Up To You curato da Qui e Ora Residenza Teatrale e dalla Rete Risonanze.
Roger Bernat sarà spettatore per sei mesi del lavoro di Up To You e di altri festival della Rete Risonanze. Lo spettacolo sarà un dispositivo che riproduce, testimonia e tergiversa intorno a questa esperienza.

Altre informazioni

Performance partecipata
Software Matics Barcelona
Suono Joan Solé
Montaggio video Txalo Toloza
Grafica Marie-Klara González
Produzione e curatela Qui e Ora (Milano)
Coproduzione Capotrave – Infinito e Kilowatt Festival (Sansepolcro)
Con il sostegno di Risonanze Network (rete italiana di festival e direzioni artistiche partecipate da giovani under 30) e del MIC
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