Teatro della Cooperativa
Con
Date disponibili
17 gennaio 202318 gennaio 2023
19 gennaio 2023
20 gennaio 2023
21 gennaio 2023
22 gennaio 2023
Sinossi
Giovanni ho preparato il discorso da tenere in chiesa dopo la tua morte: “Ci sono tante teste di minchia che sognano di svuotare il Mediterraneo con un secchiello. O quelle che sognano di sciogliere i ghiacciai del Polo con un fiammifero. Ma oggi signori e signore, davanti a voi, in questa bara di mogano costosissima, c’è il più testa di minchia di tutti: Uno che aveva sognato niente di meno di sconfiggere la mafia applicando la legge…”Paolo Borsellino a Giovanni Falcone
Ma non è forse che siamo tutti teste di minchia, noi che avevamo sognato di sconfiggere la mafia applicando la legge e parlandone dappertutto?
Perché ridere di mafia è antiracket culturale. E le mafie, come tutte le cose terribilmente serie, meritano di essere derise. Falcone e Borsellino li commemoriamo eppure non hanno nemmeno finito di raccontarci tutta la storia. Ancora non sappiamo chi ha posato i fiori e chi ha posato le bombe. Non se ne parla più, non ne parlano più. Le mafie sono scomparse dai radar del dibattito pubblico e della politica eppure le operazioni raccontano una realtà diversa. I mafiosi sono sempre gli stessi: hanno nomi e cognomi (che non vogliono che vengano pronunciati e invece li pronunciamo), sono goffi e imbarazzanti nelle loro storie e nelle loro intercettazioni (che noi leggiamo sul palco, cosa c’è di meglio?) e abitano tranquilli facendo finta di essere buoni cittadini. Poiché ridere di mafia è il modo migliore per neutralizzarla e praticare la memoria di Falcone e Borsellino è il modo migliore per onorali, ridere e ricordare sui palchi è il modo migliore per additarli e per cominciare a sconfiggerli (e costringere chi deve farlo a farlo). Si rivendono come autorevoli boss, sono sempre le uniche vere teste di minchia.